AL CIRCLE, FIUTO PRESENTA FINTO La perfezione artistica reinterpretata col rifiuto della finzione

Fabio Rama, artista milanese conosciuto per la sua imprevedibile irruenza – naif, girovago tra street art, surrealismo e concettuale – sarà il protagonista della nuova esposizione al Circle, locale in via Stendhal 36, a pochi passi dalla via Tortona.

Sabato 29 marzo, ore 18.30 l’inaugurazione in presenza dell’artista e di Fabrizio Gilardi, curatore dell’evento.

In questa mostra personale Fabio Rama riutilizza, come suo solito, superfici e materiali di recupero sui quali interviene graficamente e in modo accumulativo, strato su strato, usando varie tecniche quali collage, pittura e cancellazione.
Con queste opere l’artista propone un riassunto e un’interazione tra alcuni cicli ai quali aveva lavorato in precedenza.
All’interno del locale presenterà anche una piccola installazione di foto manipolate che ha preso dai social network, e una sorta di percorso facciale.
La ricerca di questo artista non segue le linee di qualche movimento o scuola di pensiero, egli se ne discosta e le rifiuta. Nei suoi ultimi lavori interviene su foto e altre opere già esistenti e talvolta ne crea di nuove, sfrutta qualche oggetto banale per stravolgerlo con alcuni piccoli inserimenti, facendo sì che ci dica qualcosa di importante. Dipinge utilizzando molti materiali e tecniche, dallo smalto tipografico all’aerosol, dalle polveri agli acidi; compone sculture con l’arte del riciclo, scrive frasi che rende in parte invisibili con modalità simili a quelle della poesia visuale e, se vi capiterà di incontrarlo in giro, vi accorgerete che fa di se stesso una performance artistica.
Almeno due fattori identificativi sono tuttavia ben evidenti nell’arte di Fabio Rama: il primo è l’utilizzo quale simbolo onnipresente, di una faccina dal naso lungo e appuntito, che può essere anche vista come una maschera; il secondo è costituito dalle identità molteplici che egli si crea attraverso l’uso di pseudonimi che periodicamente rinnova.
In quest’occasione con il nick-name “Finto”, ci viene proposta una nuova identità che mette maggiormente l’accento sugli elementi di trasformazione e camuffamento, mentre Fiuto, usato da tempo, si abbina più facilmente al naso della faccina, e può richiamarci diverse cose, per esempio il fiutare l’inganno salvandosi così dal credere a ciò che vediamo, o forse ci fa pensare che il naso appartiene a persone e cose ritratte nelle immagini, identificate in tal modo come bugiarde, o ancora che il naso sia esso stesso un elemento di mascheramento. Del resto, un’arte valida che non susciti dubbi e dibattito non è ancora stata inventata e, vien da dire, per fortuna!”

(Testo a cura di Fabrizio Gilardi – Action Art)

CIRCLE

 

Il locale

http://www.circlemilano.com

L’artista

Fiuto (Milano 1975) Artista autodidatta, vive e lavora a Milano. Ha realizzato diversi cicli pittorici e installazioni ispirandosi all’iconografia della pop art americana e ai temi di grandi pittori del passato. Recentemente si è avvicinato alla video-arte e alle nuove sperimentazioni linguistiche sull’arte globalizzata. Attualmente il suo lavoro mira a distruggere tutta l’arte concettuale di maniera.

“Le mie sono visioni di un risveglio,

come incubi infantili che si intromettono

tra miti che non ho scelto,

tra simboli che non ho disegnato.” (©L_12)

email : fiutoarte@gmail.com

sito internet https://fiutoartv.wordpress.com

Blog http://tictactonycianopinzasquadra.tumblr.com

Pagina Facebook https://www.facebook.com/finto.artista

Ufficio Stampa Freelance FabioRama

Violetta Serreli, E20WebTv

email: e20webtv@gmail.com

Tel. 3405250155

www.e20webtv.it

PIADINASI PRESENTA “PIAD’ART”. FABIORAMA IL PRIMO ARTISTA IN MOSTRA

Piad’Art è il nuovo appuntamento firmato Piadinasi Milano.

La piadineria in viale Regina Margherita 14, apre ai suoi clienti la offre ai suoi clienti la nuova formula artistica: uno speciale menu gustato davanti alle opere di FabioRama,

artista milanese già presente con alcuni lavori nel locale.

“Chi l’ha detto che non si possa fare arte anche in una piadineria?” Così spiega Savi Arbola, presidente dell’associazione Ponte degli Artisti e socio del locale. “L’intento del nostro locale è di avvicinare i giovani al mondo dell’arte, ma senza nessun discorso retorico o accademico… Mentre sono al tavolo, in una serata tra amici, potranno ammirare i quadri dei nostri artisti, il primo dei quali è FabioRama, in arte Fiuto – irriverente e surreale. Siamo partiti un po’ in sordina ma l’esperimento è stato molto ben accolto.”

Il successo di Piad’Art replica giovedì 20 marzo, dalle 19 in poi. Sarà possibile incontrare l’artista, contribuire all’opera collettiva che è sempre più affollata di dediche e disegni, acquistare una delle sue opere e avere accesso a quella che è stata ormai ribattezzata “F(i)ùcina d’artista”, in un’atmosfera assolutamente unica.

Chi passa la serata al Piadinasi, troverà un piccolo buffet di benvenuto e potrà avere in omaggio, con lo speciale “Menu Fiutino”, un multiplo d’artista a scelta!

L’eposizione di FabioRama, sarà visitabile al Piadinasi fino al 1°aprile.

Piad’Art è su Facebook, aggiornato con foto e iniziative.Immagine

PIAD’ART con… FabioRama

Piad’Art è il nuovo appuntamento firmato Piadinasi.
Il sapore di un piada in compagnia mentre gustiamo le opere di FabioRama, artista milanese già presente con alcuni lavori nel locale.
L’appuntamento è per giovedì 27 febbraio, dalle 19 in poi e sarà possibile prenotare le opere per un dare un tocco di originalità alla propria casa o un regalo speciale!
Le opere di FabioRama saranno in mostra fino al 9 marzo.

Piad'Art  Fiuto

Fabio Rama, T.T.T. (THE TUBE THEORY)

3D GALLERY

presenta

extraMOENIA project

Fabio Rama

T.T.T. (the tube theory)

a cura di

Adolfina De Stefani e Gaetano Salerno

presentazione critica a cura di Gaetano Salerno

venerdì 21 febbraio 2014 , ore 19.00

Nuovo appuntamento presso la 3D Gallery di Venezia Mestre con la rassegna extraMOENIA,

progetto di ricerca ideato e curato da Adolfina De Stefani e Gaetano Salerno, in collaborazione con Mismomatic e Segnoperenne, focalizzato sull’indagine e sulla documentazione del rapporto

tra arte e vita, tra finzione e realtà, tra artista e spazio interno/ spazio esterno della galleria.

extraMOENIA apre la galleria alla città e la città ritrova all’interno del luogo espositivo la naturale estensione della propria identità, lasciandosi contaminare dalle forme umane e naturali che

sussistono pure esterne ai circuiti artistici, in attesa di essere intercettate, esplorate ed esposte.

extraMOENIA vuole infatti instaurare scambi logici e significativi tra differenti registri culturali, quello alto dell’icona dell’arte e quello basso dell’immagine reale prima della sua trasformazione e consacrazione iconica, svuotando entrambi i linguaggi delle proprie autorefenzialità per inserirli in un percorso comunicativo fluido e spontaneo in cui differenti organismi vitali – azioni e idee – intuiscono e intercettano nuovi principi relazionali, nuovi contesti espositivi e nuove forme di convivenza.

extraMOENIA inverte i ruoli di città e galleria, ne modifica le strutture, analizza l’interspazio che nasce dalla loro sovrapposizione e dalla loro compenetrazione, ristabilendo i contatti tra il fuori e il dentro dell’arte, individuando nelle metafore delle strade, degli edifici, delle aree verdi, dei non- luoghi della cementificazione e nelle azioni degli attori di questi molteplici palcoscenici sociali e intellettuali gli spunti per una puntuale ed eterogenea documentazione della contemporaneità.

Chiusa dunque la personale UNTITLED di Enrico Bonetto con la quale il ciclo di appuntamenti è stato ufficialmente presentato al pubblico inaugura, venerdì 21 febbraio 2014 alle ore 19.00, T.T.T. (the tube theory), personale di Fiuto Rama, con presentazione critica a cura di Gaetano Salerno.

La galleria ospita l’artista concettuale milanese (Fiuto Rama è solo uno dei tanti eteronomi da lui utilizzati) e un segmento significativo del suo lavoro di ricerca, un’invasione pacifica ma eloquente, invasiva e dissacratoria dei mondi e dei modi propri della comunicazione, individuata e segnata da segmenti di tubi che “occultano” porzioni altre di spazi di realtà, per riconsiderare e riflettere – con oggetti apparentemente comuni – idee apparentemente comuni; la missione dell’artista è da tempo infatti contaminare le visioni e le mostre altrui, inserirsi in contesti impropri (o, letteralmente, “non propri”), appropriarsi di intuizioni già pensate e dichiarate (e già prigioniere di preimpostate forme artistiche) per suggerire nuovi spunti di discussione generate da cortocircuiti comunicativi, alimentate da dubbi e conseguenti errori attribuzionistici, amplificate dal nonsense dell’ incomprensione, argomentando un paradigmatico fraintendimento con abili giochi di rimandi, sostituzioni di persona, citazioni di linguaggi alti intervallati a registri bassi, popular e minimal dell’arte, propri del secondo Novecento ma sempre attuali.

L’appuntamento espositivo vuole porre l’attenzione, partendo dall’atteggiamento “irrispettoso” dell’artista nei confronti dell’establishment artistico e della nicchia nella quale spesso l’arte ama rinchiudersi e svelarsi con parsimonia, sul ruolo dell’artista nella contemporaneità e sulle possibilità che la contemporaneità può offrire a chi vorrebbe fare arte, aspettando una propria consacrazione mediatica e critica o anticipandola caparbiamente “occupando” (e divenendo interprete) di sceneggiature altrui.

Scrive dell’artista Gaetano Salerno nel testo critico Essere (o non essere) originali:

” [¼] Il tubo è l’oggetto casuale come casuale sarebbe stato un taglio, una bruciatura, un baffo o l’immagine stilizzata di una banana. Fiuto Rama cita la sua natura, richiama ciò che nasconde, sottintende ciò che decide di occultare, ricostruendo la composizione dell’opera e le linee dei


nostri movimenti saccadici attorno ad un elemento estraneo che non distrae, casomai rinvigorisce

la propria energia divenendo centro di un nuovo percorso ottico.

Per farlo deve standardizzare un canone estetico, pilotando la sua consacrazione a modello e rituale, evidente quanto contingente. D’altronde Fiuto Rama diventa garante dell’originalità dell’opera (anche se non sua) e preserva il prodotto artistico da ulteriori e più dannose falsificazioni, spostando la sua azione al di fuori del campo semantico stesso nel quale esiste l’opera scelta.

E’ l’imprimatur reiterato dell’originalità a garantirne la “falsificazione d’autore”; sfalsando così la realtà dei fatti, rigenerando l’opera, traghetta l’oggetto dal mondo delle cose al mondo delle idee, nel quale la forza comunicatrice sarà immortale.

Un concetto che scardina l’idea di assolutezza e fissità dell’arte: intervenendo prima del soggetto artistico, al di qua della barriera narrativa, l’artista – prescindendo da livelli successivi di decodifica – apre una nuova strada verso la beatificazione immediata del prodotto, preceduta da un labile tentativo, subito abortito, di demistificazione dell’oggetto e della sua natura elitaria che non ammette intrusioni [¼]”.

L’artista Fiuto Rama sarà presente in galleria in occasione della vernice di venerdì 21 febbraio 2014, presentato dal critico d’arte Gaetano Salerno.

Venerdì 28 febbraio 2014 è inoltre previsto un incontro-aperitivo in galleria (ore 18.00, ingresso libero), per discutere, ragionando sulle “incursioni artistiche” di FIUTO RAMA, del ruolo dell’artista oggi e del sistema dell’arte contemporanea (seguirà comunicato stampa).

2 1 fe b b r a io | 1 3 m a r z o 2 0 1 4

martedì, mercoledì e sabato ore 17.00 | 19.30

gli altri giorni e in altri orari la galleria è visitabile su appuntamento

contatti

+ 39 049 91 30 263 + 39 349 86 82 155

adolfinadestefani@gmail.com

Lo spazio che ospita l’esposizione é nella galleria del Palazzo Donatello, a due passi dal Centro

Culturale Candiani.

3D Gallery

Via Antonio Da Mestre , 31

Venezia Mestre

IL MURO MAG – FIUTO. RITROVARE L’ORDINARIO ATTRAVERSO L’ARTE

FIUTO. RITROVARE L’ORDINARIO ATTRAVERSO L’ARTE

Nel lavoro di Fabio Rama, in arte FIUTO, il colore e il segno sono un tramite, sono gli strumenti attraverso i quali il mondo della quotidianità entra nell’operare artistico. Un gesto di appropriazione che parte dalla vita e dai suoi oggetti, passa per la vista e le mani dell’artista ed arriva infine sulle strade, per colorare scenari spesso incupiti dal grigiore del cemento.

E’ quindi uno street artist Fiuto, ma uno street artist tutto particolare: nel suo modus operandi infatti, le tracce di un’eco concettuale e pop si mascherano dietro un approccio grafico degno di quello di un pubblicitario. Ciò avviene in quanto nella sua pratica, pur osservando disegni e grafismi differenti, ci ritroviamo sempre e comunque di fronte a dei simboli che ci riconducono al suo lavoro: un’operazione quasi più di marketing che artistica, che vuole rivelarci l’identità del suo autore come fosse parte dell’opera stessa.

fabio rama
Fabio Rama è nato, vive e lavora nella città di Milano, unica vera metropoli italiana. Questo rapporto con la città non può essere eluso, infatti lo scenario urbano ben si presta ad accogliere il suo stile. Un’arte fresca ed intrecciata con tante influenze, dal passato e dal presente e da altre geografie, sembra emergere da immagini provocatorie e a tratti ironiche, paradossali nella loro banalità soprattutto nella rappresentazione dell’oggetto comune. Ma l‘oggetto è sempre rimaneggiato, riadattato e caricato di valenze nuove, un oggetto a cui viene ridato un valore che spesso viene perso nel suo abbandono, scartato. A tal proposito dice l’artista stesso: “Io ritrovo nello scarto della società il manufatto artistico e dono all’oggetto un nuovo senso ontologico. L’operazione di Riciclare lo spirito umano è il fine stesso del mio nome d’arte perché FIUTO s’impossessa di un’immagine banale ed ordinaria scomponendo il suo significato, talvolta lo ridicolizza, per poi investirlo di un nuovo pensiero, tessendo un fantasioso ed innovativo linguaggio linguaggio espressivo”.
Nodo centrale, inoltre, dei lavori di Fiuto è il suo marchio, la faccina. Ma cosa rappresenta questo simbolo? Ad osservarlo appare quasi un atto derisorio, un voler sdrammatizzare o un rendere paradossale le scene sulle quali esso viene sovrapposto. Faccine sorridenti, stilizzate, faccine infantili e se vogliamo inutili, divengono così il simbolo di una identità, incarnano due volti: quello del banale (deridere un’immagine attraverso l’azione di porre una faccetta “insignificante” dove non c’entra nulla) e quello della personalizzazione, dell’incarnare qualcuno. E se per molti artisti come Banksy è necessario rimanere nell’anonimato, o se molti pittori o scultori perdono la loro anima nella tela o nel marmo, per Fiuto non è possibile “sparire”, mascherarsi dietro un manufatto.
Potremo dire che nelle opere street di Fabio Rama il ruolo dell’artista affianca con la stessa importanza quello dell’opera stessa. La sua presenza è sempre garantita e riconosciuta, quasi a dire: “ecco, l’immagine che state osservando l’ho prodotta io”. Così l’operazione concettuale del progetto riesce ad emergere anche in qualcosa di estremamente figurativo.

fabio rama

Blog dell’artista: http://tictactonycianopinzasquadra.tumblr.com

(fonte: http://www.ilmuromag.it/fiuto-ritrovare-lordinario-attraverso-larte)

MILAN ART & EVENTS CENTER – COLLETTIVA INTERNAZIONALE 15 nov/2dic

Fiuto sarà presente con un’opera inedita fuori catalogo: “Ritorno all’origine”

L’espressione del desiderio più recondito – di ognuno di noi – di liberarci dalla schiavitù del denaro. Immaginare di vivere liberi da questo falso dio, con un unico gesto. Un gesto quotidiano, concreto, purificatorio… igienizzante. Con l’umiltà di chi tende la mano per chiedere aiuto, o di chi con forza emerge dal marasma collettivo e indistinto per ribellarsi e per “mondare”, letteralmente, prima la sua casa… poi la sua anima.

1451570_768354843181117_119533896_n

Milan Art & Events Center, via Lupetta 3

FIUTO ALLA MAMO GALLERY DI MILANO

tumblr_l46f7sD8mz1qzzw1wo1_500

Ci sarà anche Fiuto tra gli artisti della nuova mostra che si terrà dal 19 Novembre ore 18,30 alla MaMo Gallery.

Rossella Blue Mocerino, Michele Cutrano, Finto Rama, Serena Rossi, Andrea Teruzzi

“Fiuto, e la sua poetica del brand no-global, continua a provocarci per approfondire la sua ricerca estetica; le sue esposizioni a Milano, Berlino, Amsterdam, Barcellona e Venezia (solo per citare i casi più noti) appartengono ormai di diritto a quello scenario dell’arte contemporanea che tenta di decostruire i linguaggi precedenti, le grandi narrazioni, per appropriarsi e cimentarsi con le nuove sfide delle antropologie artistiche dei giorni nostri. L’utilizzo del suo famoso smile, ormai cifra e chiave stilistica inconfondibile della poetica di Fiuto, non è solamente una critica alla società globalizzata, che si manifesta costruendo un orizzonte di significato contrario al significato stesso, in un’ottica dadaista, ma è soprattutto – a nostro parere – un’indagine estetica su quelli che sono gli standard immaginifici della cultura visuale oggi. Sembra quasi che l’artista ci suggerisca, con le sue opere, che siamo arrivati al punto in cui l’immagine, anche la stessa immagine fotografica, risulta noiosa se non stancante; lo smile, il brand grafico, sempre visto dai pubblicitari come il paradigma totale di un mondo che sempre più oggi ci si domanda se abbia a che fare con l’Arte con la A maiuscola, diventa il punto focale per sfalsare il limite stesso che in qualche modo Warhol aveva proposto, ma fondendo la fotografia e la grafica. Dalla sua esperienza con la Street Art, Fiuto ci propone la ruvidezza e in qualche modo il senso di realtà, senza troppi fronzoli o decorazioni, inutili soprattutto in questo periodo storico/sociale. Ormai le sue composizioni creano quello che si potrebbe definire un collage immaginifico, la quantità di materiale in cui lo smile appare, costruisce un compendio estetico molto interessante e di qualità. Da non sottovalutare, ma anzi da sottolineare, è l’attenzione dell’artista al web, al mondo dei social media. Lui stesso utilizza e apprezza questo mondo, ma tutto ciò lo si può ritrovare anche nelle sue provocazioni estetiche, in cui ad esempio una semplice immagine scaricata dalla rete può diventare il pretesto e l’oggetto per discutere sulla socialità e sul suo ruolo nei confronti dell’arte e dell’immagine ai tempi della rete. Emblematica è l’opera in cui Fiuto è fotografato a fianco a Cattelan, in questo caso lo smile è sul suo viso, sarà anche questa l’ennesima provocazione?” (Alessandro Ascrizzi)

————————————————————–

L’artista
Fiuto (Milano 1975) Artista autodidatta, vive e lavora a Milano. Ha realizzato diversi cicli pittorici e installazioni ispirandosi all’iconografia della pop art americana e ai temi di grandi pittori del passato. Recentemente si è avvicinato alla video-arte e alle nuove sperimentazioni linguistiche sull’arte globalizzata. Attualmente il suo lavoro mira a distruggere tutta l’arte concettuale di maniera.
“Le mie sono visioni di un risveglio,
come incubi infantili che si intromettono
tra miti che non ho scelto,
tra simboli che non ho disegnato.” (©L_12)

email : fiutoarte@gmail.com
Blog http://tictactonycianopinzasquadra.tumblr.com/
Pagina Facebook https://www.facebook.com/finto.artista?fref=ts

Ufficio Stampa Freelance per FiutoArte

Violetta Serreli, E20WebTv

e20webtv@gmail.com

Tel. 3405250155

http://www.e20webtv.it

391155_338591902826294_1343486475_n

La storia della MaMo galleria Laboratorio sperimentale per le arti visive, nasce nel 2008. L’idea era ed è quella di accogliere giovani artisti provenienti da diverse città italiane e proporli in un piccolo spazio, curandoli e creando contatti con collezionisti e addetti ai lavori.Il progetto nasce dalla prof.ssa Valeria Modica docente al liceo artistico Caravaggio e Brera, curatrice e artista che ha collaborato con tanti artisti di fama internazionale tra questi: Richard Long, Rose Marie Trokel,Carsten Höller.